La consultazione con l’osteopata si apre con un’anamnesi che parte dal disturbo principale del paziente, per poi risalire fino alla o alle lesioni osteopatiche implicate nel problema (integrate nella sua globalità).
Il suo obiettivo è diagnosticare, con l’aiuto di test clinici ed osteopatici, le barriere a mobilità ed elasticità/deformabilità delle strutture anatomiche che possono limitare l’organismo nelle sue funzioni fisiologiche. Questo procedimento gli permetterà di elaborare un trattamento adeguato. A tal fine, utilizzerà delle tecniche manuali strutturali o funzionali su tutte le strutture del sistema locomotore (legamenti, muscoli, fasce, ossa ecc…), viscerale e craniosacrale.
L’osteopatia tratta le lesioni funzionali reversibili. In altre parole non è indicata, ad esempio, in caso di frattura, tumore o per curare malattie gravi che mettono in pericolo la vita della persona.
Oltre alla possibilità di aprire un proprio ambulatorio, l’osteopata può collaborare con altre figure sanitarie, e in particolare in vari campi specialistici della medicina convenzionale. I settori di intervento riguardano la struttura portante dell’organismo e tutti i collegamenti all’interno di questa e con i sistemi contigui (ad esempio: ortopedia, otorinolaringoiatria, odonto-stomatologia, pediatria, oculistica, geriatria, urologia, gastro-enterolologia, cardiologia, endocrinologia, ginecologia, ecc.).